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Ancora sconvolto dalla notizia dell’improvvisa morte di Giulia Niccolai, avvenuta ieri ad Alassio, voglio ricordarla, al momento, con la presentazione da me scritta nel 2013 per il documento sul suo libro Cos’è ‘poesia’, da poco pubblicato dalle edizioni del verri. In queste righe credo traspaia molto della personalità e della qualità di scrittrice e poetessa di Giulia, che solo una decina di giorni fa mi aveva salutato allegramente al telefono, preannunciandomi una sua breve vacanza al mare per sfuggire alla calura milanese. Da oltre trent’anni Giulia era monaca buddista, allenata anche da alcuni soggiorni in monasteri tibetani. Credeva fermamente nella reincarnazione e sono convinto che se ne sia meritata una particolarmente gioiosa. Ciao Giulia!

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Giulia Niccolai, Cos’è ‘poesia’, edizioni del verri, Milano 2012

 Cara Giulia,
da quanto tempo ci conosciamo? Se non erro, da quarantacinque anni, da quel giorno della tarda primavera 1968 in cui, arrivato a Roma per una breve visita a mio fratello Adriano, lo incontrai insieme a te nel fascinoso appartamento che affittavi in Trastevere. Vi eravate conosciuti nella redazione di “Quindici”ed era scoccata la scintilla che avrebbe innescato il vostro rapporto letterario-sentimentale, sfociato nel prodigioso decennio di Mulino di Bazzano, in seguito descritto come la “Repubblica dei poeti”. Di quel breve soggiorno romano ricordo una cena, sempre a Trastevere, con uno spumeggiante Emilio Villa, e il vin bianco dei Castelli che scorreva a fiumi, ma anche una divertente serata a casa di Elio Pagliarani in via Margutta. Al Mulino invece ci vedemmo un’infinità di volte intenti a confezionar libri e a giocare a bridge con Adriano e Tiziano (l’altro nostro fratello) e mi sembra ancora di sentire il profumo della palacinka, quella specie di piadina dolce croata trasformabile in crêpe che cucinavi sulla piastra della stufa a legna, facendola saltare in aria per rigirarla.

Sono veramente felice che il 2012 abbia visto la pubblicazione di due tuoi libri: il primo dedicato all’intera tua opera poetica Poemi&Oggetti (edito da Le Lettere di Firenze nella bella collana “Fuoriformato”, purtroppo all’ultima uscita, diretta da Andrea Cortellessa), a cura e con introduzione di Milli Graffi e con la prefazione di Stefano Bartezzaghi, grande estimatore dei tuoi nonsenses e calembours linguistici; il secondo, che raccoglie una serie di tue acute e coinvolgenti riflessioni in prosa sotto il titolo  Cos’è ‘poesia’,  pubblicato a ottobre nelle edizioni del verri. Ed è di quest’ultimo che qui si dà  conto con la riproduzione di qualche brano, che mi sono preso la libertà di illustrare con alcune immagini ispirate ai tuoi pensieri, sovente legati a ricordi di sensazioni, anche infantili. Alla raccolta di poesie dedicherò ampio spazio prossimamente. Ma i riconoscimenti di fresca data per te non sono finiti: sul numero 51 de “il verri”, in libreria da febbraio, compare un lungo e splendido saggio sulla tua opera (La bussola di Alice) firmato da Alessandro Giammei, giovane e attento ricercatore romano cui si prospetta un grande futuro da critico letterario.

Non è stato facile scegliere, fra i nove testi con titolo e i due senza che compongono Cos’è poesia, i cinque che compaiono nelle pagine seguenti, tale è il fascino che promana dalla tua scrittura, a un tempo immaginifica e scorrevole, suggestiva e, come dire, deterministica. Quelli che ho scelto non escludono l’interesse degli altri e le immagini con cui li ho illustrati sono legate a dettagli del racconto che mi sono parsi particolarmente significativi, come la copertina del libro di Melotti, il particolare del quadro di Velázquez o l’effetto caleidoscopio, da un lato; nascono da semplice  esigenza cronachistica le foto (di Wilma Rudolph, di Corrado Costa e di Adriano con te al Mulino) dall’altro. Spero troverai divertente l’idea di ripescare la tua autobiografia in forma di voce enciclopedica scritta su richiesta di Felice Piemontese per il suo Autodizionario degli scrittori italiani (Leonardo editore, Milano 1990), un libro che meriterebbe di essere più conosciuto. Le tue opere più recenti sono indicate sul retro di copertina che chiude il presente documento.  Consentimi un appunto. Ho notato che in tutte le tue biobibliografie manca quel gustoso volumetto, Francobolli Francobolli, da te realizzato con il pittore e designer bolognese Maurizio Osti per la Emme edizioni nel 1976: vale la pena ricordarlo, ti pare?
Con affetto,
Maurizio

http://www.archiviomauriziospatola.com/ams/aziende/ams/prod/pdf_worksand/W00187.pdf?a=5a4faa607664c