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Dopo otto mesi di grandi sofferenze è spirato, nella tarda mattinata di oggi nella sua casa di Torino, Arrigo Lora Totino, Maestro della Poesia verbovisiva e sonora, grande performer animato da un gusto inimitabile per la gestualità e l’ironia. Aveva 88 anni, compiuti il 3 agosto scorso. Ero solo un ventenne quando l’ho conosciuto nel 1966, accompagnando a casa sua mio fratello Adriano. Nel corso dei decenni era nata fra noi, nonostante la differenza d’età, un grande amicizia rinsaldatasi nel tempo, anche attraverso numerose collaborazioni; aveva cominciato nella seconda metà degli Anni 60 a esibirsi in surreali performances poetiche, spesso esilaranti, in calzamaglia nera o addirittura in tutù, oppure usando strumenti sonori da lui inventati e realizzati dal suo amico Piero Fogliati, quali il liquimofono e l’idromegafono, attraverso i quali gorgogliava parole incomprensibili finendo per innaffiare le prime file degli spettatori. Con Carlo Belloli è stato il primo a introdurre in Italia la Poesia concreta teorizzata e praticata dai brasiliano del “Grupo Noigandres” sin dalla metà degli Anni 50. Le sue riviste “Antipiugiù” e “Modulo” hanno lasciato il segno, così come lo “Studio d’informazione estetica”, spazio espositivo ed editoriale, creato con il pittore Sandro De Alexandris e il musicista elettronico Enore Zaffiri. Moltissime altre cose sarebbero da dire sulla sua lunga attività, ma ho bisogno di riflettere, rimandando ai diversi documenti pubblicati su di lui nel mio sito.
Ora è il momento del dolore, in questo 2016 che ha già visto la scomparsa di molti protagonisti della stessa ricerca che perseguiva Arrigo.
Ciao Maestro!